- Pubblicata il 29/11/2006
- Autore: Samantha
- Categoria: Racconti erotici sottomissione
- Pubblicata il 29/11/2006
- Autore: Samantha
- Categoria: Racconti erotici sottomissione
Lasottomissione di Marco 4, La Sottomissione di Marco 5 - Trentino Alto Adige Trasgressiva
La sottomissione di Marco 4
Durante l’assenza di Monica ripeto le frasi che la Padrona mi ha ordinato di pronunciare per esercitare la mia vocina.
“Sono una vacca, sono una troia, sono una puttana, sono una succhiacazzi, sono una pompinara, ti prego padrona fammi rompere il mio culetto vergine”.
Nel mio intimo sono combattuto tra l’esigenza e l’eccitazione che provo nell’essere sottomesso a Monica e la paura del dolore fisico.
Mi era piaciuto l’essere stato costretto da Antonio a fargli un pompino e poi aver dovuto ingoiare la sua sborra e il suo piscio, e non perché mi piace il gusto del cazzo, della sborra e del piscio, ma perché non c’è gesto più grande che può dimostrare la sottomissione se non lo stare in ginocchio davanti un uomo a succhiare il suo cazzo mentre lui dall’alto ti domina con lo sguardo e ti comanda: succhia, lecca, forza troia ingoia tutto, inoltre il fatto che quei sapori mi fanno schifo aveva aumentato il mio godimento facendomi sentire ulteriormente umiliato e sottomesso a ciucciare quel cazzo molle in bocca per pulirlo completamente.
D’altro lato però non ho mai sopportato il dolore fisico, non ho provato piacere nell’essere massacrato di botte da Monica ed ora sono spaventato dall’idea di essere sodomizzato e dal dolore che ne può conseguire.
Monica rientra dal lavoro molto prima del previsto già all’ora di pranzo.
La sento circolare per casa, poi sento il rumore della doccia … è in bagno, dopo circa una ventina di minuti si avvicina alla mia prigione, apre la serratura, mi libera parzialmente e mi trascina fuori dicendo “mi ero dimenticata di te povera, la Padrona è tornata prima … hai visto, ho sistemato tante cosine al lavoro e d’ora in avanti avrò più tempo da dedicarti, staremo di più insieme … non sei contenta troietta”.
Mentre in ginocchio le lecco il dorso dei piedini nudi le dico “si Padrona sono contenta”.
“Brava, risponde, d’ora innanzi mi saluterai così leccandomi i piedi, senza parlare, come una cagna, è un’idea che mi piace. Ma non permetterti più di prendere iniziative o sarai severamente punita”.
Io rimango piegato come se fossi ancora costretto dalle catene, perché ogni tentativo di cercare di riportarmi in una posizione più naturale risulta molto doloroso.
Monica aggiunge “quello che è successo stamattina non deve succedere più guarda come sei ridotta, penosa, inguardabile, voglio che tu sia una meraviglia, una gatta sinuosa che sculetta, una cavalla che ancheggia sensuale, non una cagna bastonata”.
Detto questo tira fuori dalla borsa una serie di video di spogliarelliste che eseguono il loro show e mi dice che dovrò studiare i loro movimenti e che ho molto da imparare da quelle professioniste.
I DVD sono in un sacchetto del Sexy shop di Antonio sono incuriosito ed impaurito, è sin troppo gentile con me, e poi ha trovato persino il tempo di passare al negozio da Lui … e perché … solo per acquistare i video o per altro.
Ho un po’ paura di quell’uomo, temo che possa assumere un ruolo nel nostro rapporto, forse ho paura di tutti gli uomini, della loro potenza fisica, … nelle mani di Antonio sono stata un fuscello, tra quelle mani forti ho sentito annullarsi ogni mia volontà.
Ma perché ho detto stata e non stato? Qualcosa sta cambiando nel mio cervello.
Il resto del pomeriggio trascorre tranquillamente, io rimango in salotto a guardare i DVD e a tentare di copiare i movimenti delle spogliarelliste, Monica in cucina passa da una telefonata all’altra.
Mi chiama solo un paio di volte e io mi precipito da Lei, camminando carponi sculettando come mi ha comandato.
Entrambe le volte è perché deve fare pipì, l’accompagno verso il bagno e quando finisce vuole che le asciughi la passera con la lingua … fatto.
Si fanno le otto Monica mi richiama “Luana, ho voglia di uscire prepariamoci”.
L’aiuto a vestirsi, indossa un lungo vestito nero con uno spacco e una scollatura vertiginosi, niente biancheria intima, niente calze, scarpe di lucido nero con tacco altissimo che slanciano ancora di più il suo fisico e mettono ancora più in mostra il suo culetto favoloso. E’ uno schianto.
Poi si passa a me e la musica cambia, la mia Padrona mi fa vestire come una puttana: minigonna e reggiseno in latex rosso, che maschera perfettamente le protesi finte ai seni che indosso, autoreggenti bianche, stivaletto bianco con tacco vertiginoso, collare borchiato, anch’esso di pelle rossa. Sono bella da fare paura.
Sto partendo di testa, ho detto “sono Bella”, ho ancora pensato al femminile.
Monica si complimenta con se stessa “che animale bellissimo che sei, e con questi occhi bellissimi e lucidi che hanno pianto tutto il giorno”.
Scendiamo in strada e Monica si avvicina a una BMW Z3 nera posteggiata proprio di fronte al nostro portone apre lo sportello e mi fa cenno di salire.
“Ma la tua Twingo, Monica” dico sorpreso.
“Mica posso portare una strafiga come te in giro su una carretta … e poi così i camionisti ti vedono meglio le cosce … dai tira su la mini che vediamo se gradiscono” detto questo Monica parte sgommando.
Vista la tarda ora non possiamo appurare se la vista dai camion è gradevole o meno, perché di camion in giro non ce ne sono.
Monica ne è un po’ dispiaciuta, io mi sento sollevato sono ancora a disagio a farmi vedere conciato così.
Sfrecciando nel traffico arriviamo in periferia, Monica deve comprare le sigarette e si ferma nei pressi di una Bar con la rivendita tabacchi.
Mi fa cenno di smontare giù dalla macchina, io sono molto in imbarazzo e non faccio cenno di muovermi, il Bar pare frequentatissimo.
Monica che intanto è già scesa dall’auto rimette la testa dentro e mi ordina “scendi o detto!”
Smonto dalla macchina e tiro giù la mini il più possible, Monica mi si avvicina e vanifica i miei sforzi ritirando su la mia minigonna fino alla piega inferiore dei glutei.
Mi dice “andiamo … così prendiamo anche un caffè … non preoccuparti con un fisico come il tuo, così magra, non sei per niente volgare”.
Dagli sguardi degli avventori intuisco tutt’altro, è uno di quei bar frequentati da soli uomini che la sera vanno a giocare a carte e a parlare di calcio e di donne.
Ci avviciniamo al bancone lasciando alle nostre spalle i tavolini del bar.
Monica mi spinge verso il bancone poggiando un braccio sulle mie spalle in maniera che mi pieghi in avanti porgendo così ancora di più il sedere verso la sala.
Mi brucia il fondo schiena a causa di tutti gli occhi che ci sono puntati sopra.
Mentre prendiamo il caffè si avvicina un uomo che dice al Barista “il caffè delle Signore lo offro io” poi continua “sempre che permettete Bellezze”.
Monica ringrazia.
L’uomo si presenta “mi chiamo Roberto e queste due stelle della notte come si chiamano”.
La mia Padrona risponde “Monica piacere, lei è Luana”.
E’ sfacciato, lancia sguardi penetranti, chiede “come mai da queste parti a quest’ora? In cerca di emozioni? O per lavoro? … Scherzavo aggiunge”.
Intanto ha lanciato l’amo e Monica ne approfitta altrettanto sfacciatamente.
“Sono qui per lavoro, sono diciamo la manager di Luana, hai capito in che senso vero carino”.
Lui risponde senza dover ormai ricorrere a sottintesi “Luana batte per te? … Sei la più bella magnaccia che abbia mai visto, ma anche la tua puttana non scherza, non ne trovi di gioielli simili in giro che danno via la passera a pagamento, quando prende a servizio la troia”.
Monica ci tiene a mortificarmi “Ha ingannato anche te Carino, Luana è un Trans”.
Roberto mi guarda con disprezzo e dice “se siete finocchi fuori dai coglioni”, parla a voce alta attirando ancora di più l’attenzione dei clienti seduti ai tavoli.
Monica mi comanda di aspettarla in macchina.
Mi allontano rosso in viso per la vergogna, con gli sguardi addosso di tutti quegli uomini che ridono e mi rivolgono apprezzamenti volgari.
Sono mortificato e corro in macchina.
Dalla macchina guardo Monica, la mia donna, seduta al bar con quell’uomo.
Scherzano, Lui le accarezza il viso, la schiena nuda, poi poggiandole una mano sul culo la accompagna fuori sino alla macchina.
Sono geloso da impazzire nel vedere Monica toccata da un altro uomo.
Ma chi è questa donna che non conoscevo.
Si avvicinano Monica apre lo sportello e mi dice “smonta che Roberto ci fa visitare il cassone del suo camion”.
C’è riuscita mi ha fatto uscire di casa perché voleva farmi incontrare un camionista e c’è riuscita.
Arriviamo al camion e Roberto apre lo sportello posteriore del container, con un salto balza su, accende la luce interna e mette giù una scaletta in legno.
Monica mi comanda “sali nel cassone che vediamo se riesco a farti perdonare da Roberto”.
Ubbidisco, Monica mi segue.
Non appena su Monica mi comanda di mettermi in un angolo e così si avvicina al camionista.
Lui gli mette le mani sotto la gonna, gliela tira su fino al culo mentre la morde e bacia sul collo.
Le dice “Che Porca sei, non porti mutande, vai in giro pronta per essere scopata e inculata”.
Io folle di gelosia mi avvicino la chiamo mentre afferro per un braccio Roberto tentando di strappare la sua mano che stringe una chiappa di Monica.
Monica lo allontana un attimo solo per sgridarmi “Luana, la posizione rispetta la posizione che ti ho comandato, vai in quell’angolo e stai in ginocchio immobile, braccia dietro la schiena, con le mani unite sul culo”.
Lui la trascina a se e riprende a palparla, le bacia e strizza le tette, poi la rigira e le dice “quella troia che ti obbedisce come una cagna mi ha fatto eccitare ancora di più, ora te lo metto nel culo, te lo sfondo”.
Monica lo blocca dicendo “questo non è possibile, non era nei patti, io sono fidanzata, si era detto qualche pomiciata e basta”.
Roberto gli risponde “ma come cazzo vuoi che il tuo ragazzo venga a saperlo”.
Monica aggiunge “Luana è il mio ragazzo, in realtà si chiama Marco”.
Roberto alza la voce “questa troia è il tuo ragazzo, ma se non ha neanche il coraggio di muoversi da quell’angolo”.
Monica gli risponde “Luana resta nell’angolo perché io glielo ho comandato non per paura, se non ci credi prova a fargli fare qualsiasi cosa senza mio ordine, vedrai non farà nulla nemmeno se la ammazzi. Vero Luana.
Rispondo “vero Padrona” sono orgoglioso che Monica l’abbia detto, sono il suo ragazzo.
Roberto aggiunge “vedremo, lasciaci soli, aspettaci in macchina, vedremo se è ubbidiente come dici”.
Monica smonta dal cassone e Roberto richiude la porta.
Io sono immobile in ginocchio nell’angolo.
Roberto si avvicina tira fuori il cazzo e mi ordina “succhialo troia o ti massacro di botte”.
Io rimango immobile nemmeno rispondo, non posso la mia Padrona mi ha ordinato di non fare nulla.
Lui mi stringe nell’angolo, non posso nemmeno tentare di scappare perché devo rispettare la posizione che Monica mi ha ordinato di tenere, immobile, braccia dietro la schiena con le mani unite sul culo.
Il camionista ne approfitta mi afferra il naso e me lo tiene chiuso in maniera che io debba aprire la bocca per respirare, allora lui mi ficca il cazzo fino in gola.
Devo tenere aperta la bocca per non soffocare mentre lui mi immobilizza completamente la testa tirandomi per i capelli con l’altra mano.
Tiro fuori la lingua, poggiandola sui denti inferiori, per favorire lo scivolamento del cazzo sperando che così Lui venga subito.
Il camionista dimostra però una notevole resistenza.
Grondo dalla bocca saliva perché ho difficoltà a respirare e con la saliva e quel cazzo in gola rischio di soffocare, tossisco, ho quasi conati di vomito.
Lui imperterrito continua a pompare avanti e indietro e mi riempie fino in gola mentre mi ricopre di insulti “succhia cagna, mignotta che non sei altro, puttana succhia cazzi, bagascia”.
Finalmente gode comandandomi “ingoia tutto troia o ti sfondo a calci”
Io invece sputo tutto fuori creando una piccola pozzanghera di sborra proprio davanti le mie ginocchia.
Lui mi si avventa contro mi rigira e comincia a sculacciarmi con le sue mani ruvide a callose intimandomi “ora ripulisci tutto con la lingua o ti distruggo”.
Ho il culo in fiamme per le sculacciate ma non posso ubbidire.
Lui mi afferra per la gola e mi stringe fino quasi a strangolarmi, poi mi lascia e mi comanda “ora lecca tutto se non vuoi che finisca di strangolarti”.
Io nemmeno rispondo e lui mi prende per i capelli strofinando la mia bocca e il naso nella sua sborra poi mi lascia li in terra e apre la porta del cassone.
Monica che non è andata in macchina, è rimasta li a fumare, gli dice “e allora in 40 minuti sei riuscito a farmi disobbedire da Luana?”.
Roberto risponde “per niente, ha rispettato i tuoi ordini a perfezione, non si è mossa di un centimetro e nemmeno quando ho minacciato di strangolata ha voluto ingoiare la mia sborra.”
Monica lo ringrazia.
Il camionista risponde “è stato un piacere un uomo che diventa lo schiavo di una donna … mi ha fatto girare veramente le palle. Ora te lo tiro giù che non ha la forza di stare in piedi”.
Mi trascina per i capelli fino ai piedi di Monica che mi rimprovera“Luana come ti sei conciata hai tutto il trucco sbavato e sei sporca di sborra in viso”.
Poi si rivolge al camionista, prima sussurrandogli qualcosa all’orecchio, poi dicendo a voce alta “Carino puoi fare tu qualcosa per questa troietta per pulirle il viso”.
Lui risponde “con immenso piacere ora te la sistemo io” e così detto tira fuori il cazzo moscio.
Monica dice “buona idea Roberto ma attento a non sporcarle i vestiti altrimenti te la lascio qui, e tu Luana mettiti in ginocchio davanti a lui e tieni il viso il più possibile in avanti”.
Così il camionista inizia a pisciarmi in faccia, attento a non bagnarmi vestiti e capelli.
Poi Monica aggiunge “Roberto disinfettale la bocca e tu, troia succhiacazzi, apri la bocca e ingoia”.
Così sono costretta ad aprire la bocca e ingoiare il piscio del Camionista.
Penso che la pratica di ingoiare il piscio sta diventando una costante, ma non mi farà male? e poi questo brodo dal sapore salato e acido, con sto profumo nauseabondo mi lascia sulla lingua un retro gusto schifoso che rimane per ore.
Poi mentre Monica mi dà due fazzolettini per asciugarmi il viso Roberto le chiede “quanto vuoi per il suo culo, ha due chiappe fantastiche la troia, dimmi quanto prendi per farla inculare”.
Monica gli risponde “per ora non è roba per te Carino, è carne di prima scelta, il tuo numero c’è l’ho quando sarà merce scaduta ti farò un colpo di telefono e ne riparliamo”.
Detto questo si salutano e montati in macchina andiamo via.
Rientriamo a casa, Monica mi comanda, di andare a fare una doccia e di raggiungerla nudo in camera da letto.
La trovo nuda, stesa a pancia in giù sul letto, le sue curve sono illuminate dalla luce fioca che giunge dal corridoio.
Mi avvicino a Lei, le lecco tutta la schiena, le vengono i brividi, poi gira la testa per baciarmi in bocca e mi sussurra all’orecchio “mi hai fatto eccitare maledettamente stasera, sono tutta bagnata, ti prego scopami in culo, sfondamelo”.
Questo è il premio per la mia giornata di servizio.
La sottomissione di Marco 5
Suonano alla porta, Monica mi manda ad aprire.
Tentenno, ho paura che possa essere qualcuno che mi conosce, sono vestito così da donna, cioè mezzo nudo con questa biancheria intima da donna indosso.
Risuonano Monica stavolta è perentoria “Luana cazzo la vuoi aprire quella porta”.
Apro, è Antonio, non sapevo conoscesse il nostro indirizzo.
Mi saluta: “Ciao Luana, ma come sei sexy, stai sempre vestita così quanto stai in casa, o aspettavi visite?”.
Abbasso gli occhi, mi vergogno, non l’avevo più incontrato dopo quelle sera al Sexy Shop.
Lui continua “Non ti ricordi di me, ma quanti cazzi vai a succhiare in giro frocetto”.
Arriva Monica e lo saluta togliendomi dall’imbarazzo “Ciao Caro, come va, sei un po’ in ritardo, come mai”.
In ritardo? dunque lo ha invitato Lei a casa nostra.
Poi continua “Luana ti ha salutato come si deve”.
Lui risponde “niente affatto, non ha pronunciato parola, tiene gli occhi bassi, forse non si ricorda di me”.
Monica mi comanda “Luana d’ora innanzi quando Antonio, o qualche altro uomo verrà a trovarci, tu devi salutare educatamente inchinandoti e dicendo Benvenuto Signore nella casa della mia Padrona. Poi ti inginocchierai davanti a Lui e dopo aver chiesto posso Signore indicando con l’indice la patta dei suoi pantaloni, se riceverai il suo consenso, glielo tirerai moscio fuori dalla cerniera e glielo succhierai fino a farglielo diventare duro, capito”.
Rispondo “si Padrona” ma intanto nella mia mente penso a quello che Monica ha detto «quando Antonio o qualche altro uomo» ma cosa vuole dire, in cosa vuole trasformare la nostra casa.
Lei continua “allora se hai capito perché non esegui”.
Obbedisco: mi chino, saluto, mi inginocchio e gli chiedo il permesso di tirarglielo fuori, poi gli abbasso la cerniera e rimango sorpreso del fatto che c’è l’ha già duro.
Lui si scusa con la mia Padrona “Monica, mi spiace, ma questa troietta sottomessa mi eccita da morire”.
Io resto immobile e chiedo “Posso alzarmi Padrona è già duro”.
Spero mi dica di si, non voglio prenderlo in bocca.
Monica mi risponde “ti piacerebbe lo stesso succhiarlo, vero troietta, invece dobbiamo inventare qualcosa nel caso in cui i nostri ospiti si presentino nelle condizioni di Antonio”.
Antonio suggerisce “in questi casi Luana porge le sue chiappette sode e se lo prende bello duro in culo”.
Monica non è d’accordo “Te lo sogni Carino, Luana in culo se lo prederà sta sicuro, ma solo alle mie condizioni. Te lo dico io cosa farà la mia puttanella, se il cazzo dei miei ospiti sarà già duro lei gli leccherà le palle”.
Allora Antonio per tutta risposta si cala completamente i pantaloni e gira il sedere verso la mia faccia “invece lo sai che le facciamo fare Monica, le facciamo leccale il buco del culo a questa maiala” e detto questo mentre cerca di acchiappare la mia testa e portarsela verso il sedere mi dice “dai leccami il culo stronza, leccami il buco del culo puzzolente cesso che non sei altro, puliscilo per bene che è da stamattina che non me lo lavo.”
Io mi divincolo scappo in bagno e mi chiudo a chiave, sono impazziti tutti e due.
Loro si portano dietro la porta, Monica urla “Luana apri sta porta non farmi arrabbiare”.
Poi li sento parlare sottovoce per non farsi sentire da me ma io attacco l’orecchio al buco della serratura e li sento bisbigliare.
Antonio le dice “scusa ho tirato troppo la corda, la ragazzina è ancora alle prime armi e bisogna abituarla per gradi, ci vogliono delle lezioni di dressage”.
Monica ribatte “però ieri sera con quell’amico tuo, Roberto, con il quale avevamo combinato quell’incontro al Bar si è comportata in maniera esemplare, una cagna ubbidiente, e poi ti ricordo che non è una ragazzina ma un uomo di 32 anni”.
Io sono stupito, l’incontro era programmato.
Antonio le risponde “si ma tu l’hai trasformato in una ragazzina di 17-18 anni, non te lo dimenticare, cerca di ragionarci come con una figlia o una sorella minore”.
Monica allora rialza la voce ma stavolta senza gridare “cerchiamo di ragionare Luana, vuoi aprire la porta, se mi ami apri ti prego, mi ami Tesoro”.
Mi viene da piangere a sentire la sua voce, apro e mi presento a Lei in lacrime, Antonio è scomparso dal corridoio.
Lei mi abbraccia, mi accarezza il viso e io scoppio in un pianto ormai non più soffocato.
Lei continua a parlarmi “Tesoro, Amore mio, perché fai così, vuoi che tutto finisca? io ho bisogno che tu sia Luana, non posso vivere senza Luana e Marco, tu non hai bisogno di me?”
Rispondo “anch’io ho bisogno di te, ma ho paura di tutto quello che vuoi farmi fare, non sono una puttana, e poi vuoi farmi prendere l’AIDS”?.
Lei mi rassicura “allora hai paura delle malattie? Sappi che non posso perderti, nessuno che possa mettere a rischio la tua salute ti avvicinerà mai.
Però sarai una puttana se io lo vorrò.
Leccherai il culo se io lo vorrò.
Io sono la tua Padrona e queste sono le mie condizioni:
non ci sono condizioni,
tu sei la mia schiava e basta,
la tua volontà non esiste,
sei a mia totale disposizione per i miei bisogni, per i miei capricci e spesso vorrò darti ad altri padroni perché possano usarti per i loro bisogni e i loro capricci.
Sta a te decidere non ti darò un’altra occasione, da ora non tollererò altro, speravo l’avessi capito già, è penoso che tu sia stata così disubbidiente e oltretutto maleducata con un mio ospite.
Ora torna gattonando all’ingresso proverò a far finta che niente sia accaduto”.
Eseguo i suoi ordini procedo carponi sino all’ingresso dove trovo Antonio
Mi chino saluto, mi inginocchio e gli chiedo il permesso di tirarglielo fuori, poi gli abbasso la cerniera.
Lui ha sempre il cazzo in tiro e allora inizio a leccargli le palle.
Avverto la presenza di Monica alle mie spalle, poi sento che si allontana e poco dopo ricompare con indosso il cappotto.
Si avvicina alla porta la apre lasciandola così per qualche minuto mentre io sono terrorizzato che passi qualcuno e mi trovi così semi nudo in ginocchio a leccare le palle di Antonio.
Poi si rivolge ad Antonio “Ciao Carino, devo uscire te la presto per qualche ora è tua.”
Antonio risponde al suo saluto ringraziando e appena Monica va via e la porta si chiude mi prende per i capelli e mi trascina come un sacco fino al bagno dicendomi “Sei il mio sogno che si realizza, avere tra le mie mani completamente a disposizione una schiava”.
Accende a palla l’impianto stereo e poi mi ficca i pollici agli angoli della bocca e me la slabbra, me la tiene aperta e ci sputa dentro “ti riempio la bocca di sputi frocetto di merda e poi te la riempio di cazzo”.
Detto questo mi comanda di inghiottire io ho la bocca colma di suoi sputi, provo schifo a ingoiare e butto tutto fuori chiudendo con forza le mascelle.
Antonio, che evita a stento che io gli stacchi qualche dito, mi afferra per i testicoli con la mano e inizia a stringere.
“Non lo hai capito che sei mio frocetto, sei la mia troia, te le stacco queste palle”.
Così dicendo stringe ancora fino a farmi gridare impazzito di dolore.
Poi mi stende interra si side sulla schiena e inizia a sculacciarmi.
Mi manda le chiappe in fiamme provo un dolore intenso che aumenta ad ogni nuovo colpo fino a quando si trasforma in un fortissimo bruciore continuo e ad ogni nuova sculacciata avverto una fitta intensa e breve.
Il dolore è così forte e il mio pianto così intenso che non riesco più a lamentarmi la mia sola reazione ad ogni nuovo colpo è solo un singhiozzo e un sussulto di tutto il corpo.
Poi mi rigira a pancia in su, blocca le mie mani pestandole sotto le sue ginocchia, alza la mia testa su tirandomi per i capelli e inizia a darmi degli schiaffi che mi fanno girare la testa da un lato e poi dall’altro.
Il dolore degli schiaffi quasi non l’avverto perché il tormento delle chiappe martoriate poggiate sul marmo freddo e il dolore che mi provocano le sue ginocchia che premono sulle mie mani è impressionante.
L’unica cosa che sento è il mio viso gonfiarsi e dopo una decina di schiaffi predo la sensibilità, ho l’udito come ovattato e la vista annebbiata.
Quando Lui si accorge che sto quasi per svenire scende con le ginocchia dalle mie mani, liberandomi, e mi comanda “mettiti in ginocchio e succhia puttana, succhia sto cazzo”.
Mentre io glielo succhio ogni tanto Lui mi sculaccia facendomi sobbalzare per il dolore.
In questo momento anche un semplice alito di vento sulle mie chiappe mi provocherebbe dolore.
Ogni tanto toglie il cazzo dalla mia bocca per sputarci dentro, poi mi invita a tirare fuori la lingua e mi da dei colpi con due dita contro la bocca aperta.
Alla fine mi viene in bocca, io nemmeno mi accorgo di ingoiare tutto.
Poi tira fuori dall’armadietto il bavaglio a palla e lo applica alla mia bocca dicendomi “Il bavaglio, non è solo un mezzo di costrizione ma anche un strumento che serve per stimolare le ghiandole salivari a produrre una maggior quantità di saliva in modo che tu possa sempre avere la bocca ben lubrificata per la penetrazione e al tempo stesso ti fornisce lubrificante per il buco del tuo culetto”.
Poi mi comanda “Ora faremo un po’ di lezioni di Dressage, sei una cavallona no? e allora devi imparare a cavalcare”.
Detto questo prende un lungo righello dalla scrivania e mi rifila una frustata su una natica facendomi sussultare, vista la sensibilità causata dalle sculacciate di prima.
Inizia così a farmi camminare carponi per tutta la casa fino a quando non crollo perché il dolore alle ginocchia è diventato insopportabile.
Lui mi tira per i capelli fino alla poltrona li vicino mi fa mettere inginocchio viso a terra, mi lega le mani dietro la schiena con dei collant di Monica, accende la TV e si accomoda nella poltrona usandomi come sgabello per i piedi.
Quando Monica rincasa non so quanto tempo è passato.
La sento chiamare, “Carino dove sei, ti sei divertito con la troietta?”.
Antonio risponde “vieni siamo nel soggiorno”.
Monica arriva e mi trova in quella situazione e per nulla sorpresa mi richiama “schiava non ricordi come si saluta la padrona”.
Io non mi muovo ne rispondo, schiacciata come sono dalle gambe di Antonio e con il bavaglio in bocca.
Monica allora si rivolge a lui “allora Antonio cosa mi consigli, un giudizio da estraneo, io sono troppo coinvolta emotivamente e non so decidere il da farsi”.
Antonio le risponde “sono d’accordo con te, lascia che curi io tuoi interessi senza che ci siano di mezzo i sentimenti.
Tu vuoi dare una svolta alla tua vita, gli anni passano e bisogna godersela fin che è possibile.
Ma la fortuna ti ha sorriso ti faccio un bell’assegno di 20.000,00 €., tu parti per un bel viaggio in giro per il mondo e quando torni ti faccio trovare un altro sacco di grana”.
Monica gli chiede “ma cosa intendi fare, come pensi di trovare tanti soldi e cosa vuoi in cambio da me”.
Antonio le risponde “da te voglio solo la troietta, devi lasciarla a mia disposizione, tu volevi fare un po di grana girando dei filmetti con lei, io invece ti propongo di diventare ricca.
Il frocetto è roba acerba, è una gattina selvaggia, una puledra da domare e noi la venderemo per quello che è.
La faremo iniziare a tutte le pratiche: Blow Job, Sodomia, Sado Maso, Fistingh anale e ogni altro tipo di depravazione, ma procederemo per gradi, ricavando quattrini ogni volta che la puttana percorrerà un nuovo gradino nel percorso che la porterà a sprofondare nel baratro della perdizione.
Io sono ancora stordito ma capisco il pericolo che corro e la gravità delle cose dette da Antonio.
Sono sul punto di tentare una reazione quando interviene Monica che gli dice “Non se ne parla nemmeno che io lasci Luana nelle tue mani e parta”.
Questa frase, alla quale segue un breve silenzio, mi rassicura.
Penso che il gioco può continuare ma è un gioco e noi ci amiamo e possiamo porre fine alla mia sottomissione quando io non mi sentirò più di continuare.
Purtroppo, poco dopo Monica continua dicendo “Non voglio privarmi dello spettacolo di assistere, per quanto più possibile, a tutto quello a cui possiamo sottoporre Luana. Voglio vedere questa troietta costretta a subire ogni genere di abusi”.
Queste parole mi fanno impazzire cerco di divincolarmi sgattaiolando da sotto i piedi di Antonio, provo a libere le mie mani legate dai collant, devo fuggire, Monica non mi frega più con le sue chiacchiere.
Ma mentre Monica prova a trattenermi, tirandomi per i capelli, Antonio prende dalla sua valigetta una bottiglietta di cloroformio, ne imbeve un fazzoletto, me lo porta alla bocca ed è buio fondo.
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marci
quando scopriremo cs succede dopo che antonio a messo il fazzoletto pieno di cloroformio in bocca a luana? in poche parole (a quando il seguito?) mi piace moltissimo quasta storia.!!!
angelo
credo che tutto quello che racconti...abbia poco fondamneto di verità... è roppo dettaglaito.....va beh ti sai divertendo.....se è vero dammi il numero di monica che voglio........lei
Continuaa!!!
continua la storia!!!!
Dario Fo
Gentile Samantha, leggere il suo racconto mi provoca le stesse piacevoli sensazioni di una bella rasatura con un monolama alla decima barba tagliata, ma, come più volte specificato, comprendo ogni tipo di piacere come il mezzo necessario ed indispensabile per la conoscenza profonda di se. E se ad essere legati ci si sente veramente liberi, ben venga la manetta.
roby
sei grande samy continua cosi' non ti curare assolutamente dei commenti negativi
puttana
a quando la sesta puntata?
puttana
bello il tuo racconto. mi piacerebbe trovare una donna così come Monica. a me piacciono le donne, ma l'idea di potermi trasformare in una puttana mi eccita da morire. beato te Marco/Luana
pupa
l'ho riletta e mi è piaciuta ancora di più. Qundo troverò la mia Monica?? pupacalda@yahoo.it
ciccina
ciao peschiolino come va??
HellFish
Ciccina dovremmo conoscerci... hai uno spiccato sense of humour, una delle caratteristiche migliori in una donna
ciccina
SAMANTA tesoro mi dici di quale setta fai parte???
themasch
WE GIGINO ,ma e muzzarell sung arrivate buone a GERMANIA ..meglio e muzzarell ca ste strunziateee
themasch
AAA SAMANTA si cussi perversa che manco tu ci credi a fraciconaaaaaaaaaaaa
themasch
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAPUPA tu si l`incanazione di na mignotta mavafanculll va va
Giggino don Perignon
Mò Mò STO V'NENN R'à GERMANIA CHE SONG YUT C'U CAMION A CUNSIGNà à MUZZARELL E CHE T'TROV? STà CESS ì MERD APPILAT CA SCRIV STì CAZZAT!!!!! VIEN ADDò MME CA T' FACC VERè IO QUAL'è A SOTTOMISSION!!!!! YESC A Vì FOR YESC!!!!!!!
pupa
bellissime storie, complimenti, io sono pupa, sono l'incarnazione di luana
Assodicuori
La storia si fa molto intrigante e eccitante, aspetto che ti risvegli dall'effetto del cloroformio per la continuazione. Complimenti
giulius
il racconto è carino, forse forse è un po troppo lungo.
ciccina
HEI cammellino ..vedi che qui tira aria di inverno che ci fai qua copriti che fa freddo...hihihihi
il cammello
Io ho votato 1 ma solo perchè non c'è voto più basso. PS:Il dono della sintesi no eh?
ramsete
che cagata ! suicidatevi tutti froci di questo racconto ! siete tutti dei gay di merda ! e vi fate inculare ! che la maledizione del faraone vi colpisca froci di merda
ciccina
Nemmeno io ti leggero, troppo lungo !e se e come l`altro tuo racconto, fara cagare anche questo ti saluto ...
Il Dandi
Sono tornato e cosa trovo? una montagna di merda in questa storia..... ucciditi please.
Themasch
Ma ne anche ti leggo ....troppo lungo e pieno di cazzate..ti prendi un bel (0)
slave.devoto
Non riesco a smettere di masturbarmi pensando a queste storie.. sto aspettando con ansia la continuazione e invidio molto Marco.. quanto vorrei spompinare i tuoi amici mentre tu Divina Monica mi guardi e ridi.. vorrei passere una vita al guinzaglio con te che mi porti ovunque.. ti supplico scrivimi cosi mi potrai dare ordini